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sabato 8 febbraio 2014

Culture e aree culturali dei Nativi Nord Americani, gli Indiani d'America

Mappa delle aree del Nordamerica in cui
erano stanziate le dieci maggiori culture
 native prima del colonialismo europeo
Tutti coloro che oggi chiamiamo "americani" sono perlopiù dei bianchi o asiatici immigrati, o discendenti di immigrati nelle Americhe al massimo quattrocento anni fa, oltre ai discendenti dei neri africani, vittime della tratta negriera che li ha deportati dal loro paese per essere ridotti in schiavitù nel continente americano.
Prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo, poco più di trenta milioni di persone abitavano lo sterminato territorio dove oggi vive una popolazione di circa mezzo miliardo di persone.
In America meridionale, fra gli immigrati predominarono gli spagnoli, gli italiani, i portoghesi, e per questo viene chiamata America Latina, mentre in quella settentrionale sono prevalsi gli inglesi, i francesi, i tedeschi e gli slavi.
Di questo mezzo miliardo di abitanti dell'America, solo pochi milioni possono essere definiti autenticamente "americani", ossia discendenti dei Nativi Americani, detti "indiani" o "pellerossa", gli unici indigeni del continente.
Cartina geografica della migrazione,
penetrazione e percorso, dall'Asia in
America, di popolazioni che originarono
i Nativi Americani, gli Indiani
d'America. Il continente americano
era accessibile dallo stretto di Bering
durante la glaciazione di Wisconsin,
periodo in cui era ghiacciato,
e quindi facilmente attraversabile.
Clicca sull'immagine per ingrandirla. 
In realtà, anche questa affermazione è discutibile, poiché l'"homo sapiens" e la "mulier sapiens", non si sono generati ed evoluti in America. Noi sappiamo che le popolazioni che abitavano le Americhe prima del contatto coi bianchi, discendevano da genti che provenivano dall'Asia, con migrazioni iniziate venticinquemila anni fa.
Le prime genti che posero piede in America provenendo dall'Asia, vi giunsero durante l'ultima glaciazione dell'Era Quaternaria, quella che per quanto concerne l'Europa è stata chiamata glaciazione di Würm, durata da 70.000 a 15.000 anni fa, e per quanto riguarda l'America è stata chiamata glaciazione di Wisconsin, quando si poteva attraversare sui ghiacci lo stretto di Bering, fra la Siberia e l'Alaska.
I Nativi Nord Americani comunque, possiedono una memoria storica di 40.000 anni!
Secondo le ricerche condotte con lo studio genetico del DNA, il più recente progenitore comune a tutta l'umanità era africano, e risale al 138.000 a.C.
In genetica umana, gli aplogruppi del cromosoma Y sono raggruppamenti di combinazioni di marcatori (aplotipi) definiti dalle differenze nella regione non-ricombinante del DNA del cromosoma Y (chiamato NRY da Non-Recombining Y-chromosome). Queste differenze fanno riferimento a polimorfismi biallelici (SNPs, Single Nucleotide Polymorphisms).
Il YCC Y Chromosome Consortium ha stabilito un sistema per definire gli aplogruppi del cromosoma Y basato sulle lettere da A a T, con ulteriori divisioni usando numeri e lettere in pedice.
Il cromosoma Y ancestrale (scherzosamente definito dagli studiosi di "Adamo") è quello appartenuto ad un maschio teorico che rappresenta il più recente progenitore comune (MRCA Most Recent Common Ancestor) di tutti i maschi attuali lungo la linea patrilineare, visto che il cromosoma Y è unicamente trasmesso dal padre ai figli maschi.
La stima di quando questo individuo teorico sia vissuto varia a seconda degli studi.
Gli umani moderni, secondo gli studi del cromosoma Y, sono originari dell'Africa subsahariana e hanno poi colonizzato l'Eurasia, circa 70.000 anni fa, seguendo la costa meridionale dell'Asia. I gruppi che partirono dall'Africa, si sarebbero successivamente distribuiti secondo la seguente mappa:

Carta delle migrazioni dell'uomo moderno dall'Africa, mappate dagli
aplogruppi del cromosoma Y. Clicca sull'immagine per ingrandirla

Da Y si sarebbero poi generati aplogruppi specifici nel percorso delle migrazioni:
Y ,     il cosiddetto "'Adamo ancestrale'",
C3    : presente in una vasta area geografica compresa fra l'Asia centrale, l'Asia orientale, la Siberia e fra i
           Nativi americani dell'America del Nord.
Q     : è l'aplogruppo principale in quasi tutti i nativi americani.
Un particolare curioso è che i Dakota possiedono caratteristiche dell'Uomo di Cro-Magnon europeo, che pare appartenesse all'aplogruppo IJ.
IJ     : IJ corrisponde probabilmente a una ondata migratoria dal Medio-Oriente o all'Asia occidentale a
         partire da 45.000 anni fa, che si è poi diffusa in Europa con l'uomo di Cro-Magnon.
Inoltre, come si vede nella cartina della diffisione degli aplogruppi, qui sopra, nel Nord Est degli Stati Uniti è diffuso l'aplogruppo R1b, caratteristico dell'Europa occidentale: questo può spiegarsi solo con migrazioni dall'Europa in epoche arcaiche.
R1b : (M343): è prevalente nell'Europa atlantica, dove rappresenta l'aplogruppo più diffuso e nel Camerun
         settentrionale. La linea R1b è la più comune nelle popolazioni europee. Nell'Irlanda occidentale
         raggiunge una frequenza prossima al 100%. Si è originata prima della fine dell'ultima glaciazione e si è
         concentrata nei rifugi del sud-Europa per poi riespandersi verso nord con il progressivo mitigarsi del
         clima a partire da 14.000 anni fa. Presente anche nel Vicino Oriente, Caucaso e Asia Centrale.
Quindi quelle prime genti che calarono dallo stretto di Bering verso sud, trovarono via via climi sempre più miti e maggiore abbondanza di selvaggina; non incontrarono nemici umani e fu loro possibile avanzare con relativa velocità. La selvaggina era davvero abbondante: oltre alla fauna americana che conosciamo, esistevano allora animali oggi estinti, come il bradipo gigante, il mammuth e il cammello.
Nel Colorado, nel Nevada e nel Nuovo Messico sono stati trovati coltelli e punte di freccia, risalenti a diecimila anni fa, incastrate nelle ossa di questi e di molti altri animali. La lunga marcia dei cacciatori asiatici dall'Alaska alla Terra del Fuoco richiese dieci o quindicimila anni: sembra infatti che solo pochi secoli prima dell'arrivo di Colombo, nello stretto di Bering si fossero definitivamente disciolti i ghiacci bloccando così il passaggio degli emigranti dall'Asia. Si ritiene che gli ultimi gruppi asiatici arrivati in America siano stati gli Inuit (Eskimesi) e gli Atapaski, la stirpe alla quale appartengono i Navajo e gli Apache, che si sono divisi migliaia di anni fa, dopo essere calati a Sud.
Vi sono anche sufficienti prove che altri popoli visitarono l'America prima di Colombo: i Vichinghi, per esempio, che giunsero nell'attuale stato del Massachussetts, e che forse si spinsero fino alla regione dei Grandi Laghi; e i polinesiani, che ebbero frequenti contatti con i popoli dell'America meridionale. Tutte queste genti, al pari di Colombo, ebbero in comune fra loro solo il fatto di non sapere di aver scoperto un nuovo continente.
Si pensa comunemente ai Nativi Americani come a una razza di uomini e donne più o meno simili fra loro, e comunque fermi nei vari gradi di civiltà in cui furono sorpresi da Cristoforo Colombo, o dai bianchi che ne seguirono l'esempio nell'invasione del Nuovo Mondo: niente di più falso.
Cartina geografica e mappa delle Tribù o Nazioni e gruppi
etnici-linguistici dei Nativi Nord e Centro Americani, denominati
Indigeni, Pellerossa, Indiani d'America o Indios, prima della
colonizzazione del Nord e Centro America da parte
degli europei. Clicca sull'immagine per ingrandirla.
Tra gli Aztechi sudditi di Montezuma, che edificarono monumenti architettonici maestosi, splendidi quanto quelli costruiti dagli antichi egizi sulle rive del Nilo, e i pescatori delle coste settentrionali del Pacifico o i cacciatori nomadi delle praterie nord-americane, correvano le stesse differenze che c'erano, poniamo, fra i Romani della Repubblica di Roma, i popoli Celti del Golfo di Guascogna e le popolazioni dei Venedi-Sclavini, proto-slavi delle steppe orientali dell'Europa. Quando vennero in contatto con gli invasori bianchi, le popolazioni americane avevano raggiunto gradi e forme diverse di cultura attraverso una storia millenaria, esattamente come i vari popoli dell'Europa e dell'Africa.
In questa civiltà ardeva una piccola fiamma che avrebbe potuto diventare una grande luce, capace di illuminare anche il Vecchio Mondo. Ma giunsero gli uomini bianchi, con l'acciaio, la polvere da sparo, l'alcool e nuove terribili malattie, e quella piccola luce fu spenta.
L'appellativo "indiani" o "indios" nasce da un equivoco: Cristoforo Colombo credeva di essere arrivato nelle Indie e non si rese conto di avere raggiunto un continente sconosciuto alla maggior parte  degli europei. E' giusto quindi che i popoli indigeni del continente americano, vengano chiamati nativi americani. Tanto per chiarire un'altro equivoco, qui non useremo il termine "squaw"Squaw è una bastardizzazione della parola Irochese che indica l'organo genitale maschile. Quando i primi esploratori bianchi incontrarono gli Irochesi, gli chiesero dove potevano trovare delle donne; non essendo capiti, indicarono i loro genitali. I guerrieri, quindi, dissero loro la parola che indicava il pene e gli esploratori la confusero con la parola "donna". Questo errore persiste tuttora. Noi sentiamo che usare il termine "squaw" è un'offesa a tutte le donne, perciò abbiamo scelto di non usarla.
Diffusione delle tribù native nordamericane prima della colonizzazione
da parte degli europei.
Ma qual'è oggi, dopo la conquista dei bianchi, il vero problema dei nativi nordamericani?
"L'originalità persistente delle nazioni e delle culture indiane mette in crisi le diverse tendenze politiche e filo­sofiche del mondo bianco. 
Mette in crisi gli estremisti e i moderati della rivoluzione americana e i loro avversari realisti; 
mette in crisi gli Inglesi, i Francesi, gli Spagnoli, le diverse sette del Cristianesimo; 
mette in crisi il libe­ralismo americano che non teme di smentirsi applicando una politica totalitaria nei confronti delle nazioni Indiane, 
e mette in crisi il marxismo che considera il tribalismo una forma sociale superata.
È stato perpetuato il mito che noi indiani non esistiamo più, e questo è quello che facciamo più fatica a combat­tere". 

AREE CULTURALI DEI NATIVI IN NORD AMERICA:
a) - Non vi sono confini netti e duraturi fra le varie "aree culturali" dei nativi nordamericani: inoltre il loro numero è arbitrario. In questo breve riepilogo figurato, ne prendiamo in considerazione otto:

Carta con otto aree culturali dei Nativi Nord Americani.
Per le aree contrassegnate da lettere:
A - Cultura delle foreste nord-orientali
B - Cultura del sud-est
C - Cultura del sud-ovest
D - Cultura delle pianure
E - Cultura dell'altopiano e della costa del pacifico
F - Cultura della costa nord-ovest del pacifico
G - Cultura delle regioni subartiche
H - Cultura delle regioni artiche

Per le immagini contrassegnate da numeri:
1 - “Casa lunga” degli Irochesi
2 - Capanna di scorza dei Pequot
3 - Canoa di scorza di betulla degli Algonkini
4 - Tenda di pelli dei Montagnais (Canada)
5 - Racchette da neve Nascopi (Canada)
6 - Capanna di pelli Nascopi (Canada)
7 - Donna Nascopi (Canada)
8 - Alce
9 - Tumulo del grande serpente (cult.preistorica)
10 - Tumulo rituale
11- Canoa dei grandi laghi
12 - 13 - 14 - Capanne di scorza di Cree e Ojibway    15 - Rachette Cree
16 - Slitte Cree                                                             17 - Castoro
18 - Tepee di scorza dei Micmac (Canada)                  19 - Canoa di scorza dei Micmac (Canada)
20 - Canoa scavata del New England (Canada)           21 - Donna Powhatan
22 - Cervo codabianca                                                 23 - Guerriero Cherochee
24 - Guerriero Timucua                                                25 - Donna Seminole
26 - Capannadi fango e paglia della Florida                27 - Statuetta preistorica
28 - Tempio a tumulo (cult. Temple Mound Builders)   29 - Capanna di erba dei Choctaw
30 - Capanna di cespugli degli Apache                       31 - Villaggio pueblo ad Adobe
32 - Casa dei Navaho                                                  33 - Guerriero Comanche
34 - Capanna d'erba del Kansas                                 35 - Guerriero Sioux
36 - Pueblo scavato nella roccia                                  37 - Bisonti
38 - Capanne di terra dei Mandan                               39 - Guerriero Blakfoot
40 - Bisonti                                                                  41 - TEpee di scorza dei Cree
42 - Bisonti                                                                  43 - Canoa in scorza dei nativi della California
44 - Guerriero Umatilla                                                45 - Casa di assi degli Yurok
46 - Capanna di scorza dei Klamath                            47 - Canoa di balsa dei Pomo (California)
48 - Danzatore dei Costano (California)                      49 - Raccoglitore di semi (California)
50 – Ceramica dei Cahuilla (California)                       51 - Rifugio di foglie
52 – Canestro dei Pima (California)                            53 - Canoa di assi dei Chumash (California)
54 - Danzatore Hupa (California)                                55 - Pesca del salmone
56 - Balenieri Nootka                                                  57 - Canoa da guerra degli Haida
58 - Maschere per danza dei Kwakiutl                        59 - Palo del totem degli Haida
60 - Coperta dei Chilkat                                              61 - Maschera dei Tlingit
62 - Barca di legno e pelli (umiak) degli Aleut             63 - Donna Inuit o Eskimese (Alaska)
64 - kayak Inuit o Eskimese o(Alaska)                        65 - Cacciatore di foche Inuit (Eskimese)
66 - Slitta e cani Inuit (Eskimesi)                                 67 - Orsi polari
68 - Capanna di pelli dei Kutchin                                69 - Capanna di scorza Inuit (Eskimesi) Mackenzie
70 - Cacciatore Inuit (Eskimese)                                 71 - Caribù
72 - Tepee di scorza di abete degli Slaves                 73 - Canoa di scorza di betulla Yellowknife (Couteau Jaune)
74 - Caribù                                                                 75 - Igloo Inuit (Eskimesi)
76 - Donna Inuit (Eskimese) orientale                         77 - Igloo Inuit (Eskimesi)
78 – Kaiak degli Inuit (Eskimesi) orientali                    79 - Foca
80 - Kaiak degli Inuit (Eskimesi) orientali                     81 - Orsi polari

Per "Elenco tribù, personaggi, eventi e cultura dei Nativi Americani, gli Indiani d'America" clicca QUI

Cartina geografica fisica del Nord America con
 le 10 aree delle Culture dei Nativi Americani
considerate come area di stanziamento
delle Tribù, nell'elenco sottostante.
(Indiani d'America o Pellerossa).
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b) - Non vi sono confini netti e duraturi fra le varie "aree culturali" dei nativi nordamericani: inoltre il loro numero è arbitrario. In questo elenco dettagliato ne prendiamo in considerazione dieci:

1) L'AREA DELLA CULTURA DEL NORD-EST (Woodland del Nord - Grandi Laghi)
L'area di questa cultura, copre un territorio esteso da est a ovest, dalla costa dell'Atlantico attraverso i Monti Appalachi fino alla valle del Mississippi, e da nord a sud, dai Grandi Laghi alla costa bassa e paludosa dell'attuale Virginia e Nord Carolina e al di là del fiume Cumberland in Tennessee. La fisiografia mutevole di quell'area, coste, montagne, vallate e laghi, ha una costante: la foresta sia decidua sia conifera. E per i Nativi di quell'area, gli alberi della foresta erano il materiale primo per costruire i loro rifugi, gli utensili, il combustibile, e gli animali della foresta erano una risorsa primaria per il loro cibo. Comunque, al momento del Contatto con i bianchi, i Nativi della foresta del Nord-Est non erano solo cacciatori e raccoglitori, ma anche pescatori ed agricoltori. Le tribù di quella regione nel periodo del Contatto possono essere divise in cinque sottogruppi basandosi sulle variazioni dei modi di vivere e quindi anche la regione può essere divisa in cinque subaree:
1 ) la Nuova Scozia, Nuova Inghilterra, Long Island, la valle dell'Hudson e la valle del Delaware con tribù che parlavano algonchino: Micmac, Abnachi, Massachuset, Narraganset, Wampanoag, Pennacook, Pequot, Mahican, Wappinghi, Montauk e Delaware;
Capi Irochesi in una cerimonia.
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2 ) la regione di New York e di Ontario con tribù di parlata irochese: Mohawk, Oneida, Onondaga, Cayuga, Seneca, Tobacco, Eric, Neutral e Huron;
3 ) i Grandi Laghi con tribù algonchine: Algonchin, Ottawa, Menominee, Potawatomi ed alcuni gruppi di Ojibway ed altre tribù appartenenti all'area della cul­tura subartica;
4 ) le praterie con tri­bù algonchine: Sauk, Fox, Kickapoo, Illinois, Miami, Shawnee, e inoltre i Winnebago di parlata sioux;
5 ) la frangia meridionale nelle vicinanze della Baia di Chesapeake e del Capo Hatteras con tribù algonchine ed irochesi: Powhatan, Notaway, Meherrin, Secotan, Nanticoke, Weapemeoc, Susquehannock e Tuscarora.
Canoe e imbarcazioni dei Nativi Americani
(Indiani d'America) - Clicca sull'immagine per ingrandirla.
I collegamenti esatti tra i popoli preistorici e storici del Nord-Est non sono stati ancora stabiliti. Si presume in generale che le tribù irochesi siano arrivate più recentemente nella regione di quelle algonchine e che siano probabilmente di origine meridionale. In ogni caso, senza badare all'epoca delle migrazioni e alle linee di discendenza, si può dire che le tribù del Nord-Est al momento del Contatto fossero eredi delle tradizioni dei precedenti periodi, Formativo e Woodland. 
Sia gli Irochesi che gli Algonchini avevano forti identità tribali o di gruppo al di là dei nuclei familiari che spesso vivevano in villaggi con palizzate. Gli Irochesi sono noti come il popolo della "casa lunga" a causa dei loro edifici comuni, mentre gli Algonchini vivevano nei wigwam. Sia gli Irochesi che gli Algonchini avevano alleanze con altre tribù, cioè la Lega Irochese delle Cinque Nazioni, la Confederazione degli Abnaki e la Confederazione dei Powhatan.
Danzatore Huron Wandake.
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...A nord, al confine con l'attuale Canada e verso l'Oceano Atlantico, lungo le rive dei fiumi e dei Grandi Laghi, nelle radure e nelle sterminate foreste, vivevano, prima dell'arrivo degli europei, numerosi gruppi di Nativi che praticavano forme miste di economia: traevano infatti il necessario per vivere sia da una rudimentale agricoltura che dalla caccia. Commerciavano con tribù anche lontane, ottenendo l'ossidiana dai Nativi che abitavano le Montagne Rocciose, il tabacco dalla Virginia, il rame dal confine canadese, la pietra focaia e il sale dalle zone atlantiche meridionali. La struttura politica era la confederazione, cioè un nucleo di bande associate che esercitavano l'egemonia su altre bande, affini o meno, ex nemiche o ex alleate; i trasferimenti degli individui da una tribù all'altra erano pratica comune. Verso il 1570 acquistarono particolare importanza gli Irochesi: infatti, proprio in quegli anni uno di loro, Daganawida, riuscì a riunire in confederazione le cinque più forti tribù irochesi. La confederazione venne chiamata dai bianchi "Lega degli Irochesi", oppure "Confederazione della Casa Lunga" o anche "Confederazione delle Cinque Nazioni", e per quasi duecento anni essa costituì una forza temuta dai Nativi delle tribù vicine e molto rispettata anche dai bianchi.

Capanne, tende (tepee), rifugi e abitazioni dei
Nativi Americani (Indiani d'America).
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2) L'AREA DELLA CULTURA DEL SUD-EST (Woodland del Sud - Everglades)
L'area della cultura del Sud-Est si estendeva dall'oceano Atlantico verso le aride terre oltre il fiume Trinity nell'attuale Texas e dal Golfo del Messico verso nord a varie latitudini negli stati attuali del Texas, Oklahoma, Arkansas, Missouri, Kentucky, Virginia dell'Ovest, Maryland, Virginia e Nord Carolina. Questa regione, come l'area della cultura del Nord-Est con cui a volte viene raggruppata come area culturale dell'"Eastern Woodland", è per lo più boschiva, e cioè coperta di boschi di pini gialli meridionali, ma in generale ha un clima più mite e più umido. Le variazioni nella geografia e nella vegetazione, all'interno dell'area, includono: pianura costiera, con paludi di acqua salata, erbe e boschi di cipressi; terreni paludosi subtropicali, con erbe alte; pianure alluvionali del fiume Mississippi; il suolo fertile del Black Belt ("Cintura Nera"); il Piedmont Plateau, Blue Ridge, Smoky e l'altopiano di Cumberland della catena meridionale dei Monti Appalachi. La maggioranza dei Nativi del Sud-Est, al tempo del Contatto coi bianchi, posero le loro case lungo le vallate dei fiumi in villaggi che costituivano la forma dominante di organizzazione sociale.
Danzatore Cherokee.
Clicca sull'immagine
per ingrandirla.
A causa delle condizioni del terreno che era di solito sabbioso, ad eccezione delle regioni del Black Belt, i campi coltivati e i rispettivi villaggi vennero spesso cambiati. In generale si può dire che i popoli del Sud-Est erano prima di tutto agricoltori e poi cacciatori, raccoglitori e pescatori.
 Nonostante somiglianze culturali per tutta l'area, c'erano molte famiglie linguistiche diverse, e cioè Muskoge, Sioux, Irochesi, Algonchini e Caddo come anche molte lingue isolate quali Timucuano, Tunicano, Atakapano, Natchez, Yuchi e Chitimacha con variazioni dialettali da un villaggio all'altro. Le tribù più grandi della zona compresero Cherokee, Choctaw, Chickasaw, Creek e Seminole (una stirpe dei Creek), menzionate dagli uomini bianchi come le "Cinque tribù civilizzate", inoltre i Catawba, i Caddo, gli Alabama e i Natchez. Alcune tra queste tribù come per esempio i Natchez, sono note quali discendenti diretti degli antichi "Temple Mound Builders", ma molte di loro sembrano essere arrivate molto più tardi ad abitare gli stessi luoghi della cultura del Mississippi.
Creek nel Pow wow.
Clicca sull'immagine per ingrandirla.
...Mentre i territori meridionali e occidentali degli Stati Uniti erano popolati dai Nativi chiamati Pueblo, la fascia sud-orientale (Everglades) - costituita cioè dall'attuale Florida, dalla Georgia, dall'Alabama e dalla Virginia - era abitata dai Timucua, dai Natchez, dai Creek, dai Choctaw, dagli Hitchiti e, più tardi, dai Seminole. Questi indiani erano in prevalenza agricoltori, ma dopo le numerose incursioni e l'occupazione definitiva degli spagnoli, dei francesi e degli inglesi, poco è rimasto che possa servire ad una ricostruzione della loro vita.
Tutte queste tribù sud-orientali, pur senza aver creato nulla di paragonabile alle civiltà dei grandi imperi dell'America centrale, avevano tuttavia sviluppato un'organizzazione sociale molto avanzata, con differenti classi sociali e una ferrea gerarchia. Fu forse per la sua rigidità che la loro struttura sociale resse assai meno di altre dell'America settentrionale all'urto degli invasori bianchi, che ne infransero facilmente la resistenza.

Cerimonia intertribale Zuni
(Nativi Americani, Indiani d'America).
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3) L'AREA DELLA CULTURA DEL SUD-OVEST (Pueblos)
Si estende dalle frange meridionali degli attuali Utah e Colorado verso sud, attraverso l'Arizona e il Nuovo Messico (comprese parti del Texas, della California e dell'Oklahoma), fino all'interno del Messico. Il fattore costante in questa vasta regione è l'aridità, in quanto la precipitazione media annuale si aggira su un minimo di 50 mm e un massimo di 250 mm, con la massima precipitazione durante un periodo di sei settimane in estate. La topografia comunque varia parecchio. I contrasti comprendono le propaggini meridionali dell'Altopiano del Colorado con le sue pianure piatte ed i canyon dalle pareti ripide (il Gran Canyon lungo il fiume Colorado in Arizona è un ottimo esempio), i tortuosi monti Mogollon nel Nuovo Messico, gli altopiani e le sierre all'interno del Messico, la zona torrida del deserto lungo il fiume Piccolo Colorado (cioè il deserto denominato "Deserto dipinto"), il Golfo del Messico (il Deserto di Sonora) e il Golfo di California. La vegetazione che dipende dall'altitudine e dalle precipitazioni, consiste in primo luogo di piante sempreverdi all'ovest, pini e ginepro o arbusti, cactus e mesquite nel deserto.
All'interno di questa regione piena di caratteristiche contrapposte, si sono sviluppati due modi essenziali di vita dei Nativi: quello agricolo e quello nomade. L'agricoltura, per quanto riguarda le zone a nord del Messico, raggiunse il suo più alto livello di sviluppo nel Sud-Ovest. Guerrieri nomadi spesso saccheggiavano gli abitanti di pacifici villaggi. I popoli di questa area culturale possono essere classificati come segue:
1 ) i popoli agricoli Pueblo che includono i Pueblo occidentali (Hopi e Zuni) e i Pueblo del Rio
Grande (Keres, Tewa, Tiwa e Towa); 
2 ) i popoli agricoli del deserto che includono le tribù di lingua Yuman delle zone montuose (Hualapai, Havasupai e Yavapai) e gli Yuman dei fiumi (Mojave, Yuma, Cocopa e Maricopa), inoltre i Pima e Papago di lingua uto-azteca;
Danzatore Azteca
(Nativi Americani, Indiani d'America).
Clicca sull'immagine per ingrandirla.
3 ) gli Atapascani arrivati tardi (circa nell' 800 -1000 d.C.) dal nord della regione, che includono gli Apache, predoni nomadi, come anche i Navajo che forse adottarono uno stile di vita pastorale;
4 ) le tribù sud-occidentali del Texas e del Messico settentrionale, per lo più cacciatori nomadi (con alcuni agricoltori tra di loro) come i Karankawa, Coahuiltec e Seri.
Si teorizza che molte di queste tribù derivassero dai popoli antichi del Sud-Ovest: gli Zuni dai Mogollon, i Pima e Papago dai Hohokam, gli Yuman dai Patayan e gli Hopi ed i Pueblo del Rio Grande dagli Anasazi.
...Immaginando d'essere nel 1491, a nord del Messico, e cioè negli attuali Stati Uniti, avremmo incontrato alcune tribù di Nativi nomadi che per millenni avevano vagato nell'arido territorio del Nuovo Messico e dell'Arizona, guadagnandosi a fatica una misera esistenza. Finalmente, verso l'inizio dell'era cristiana, i nomadi si erano fermati: la conoscenza della tecnica di coltivazione del granturco, importata forse dal Messico, aveva cambiato per sempre la loro esistenza. La dipendenza dai raccolti richiedeva infatti sedi più stabili; essi dunque avevano cominciato a raccogliersi in villaggi, costruendo abitazioni di rozzi mattoni o scavandole direttamente nella roccia.
"Pueblo Bonito" dei Chacos
(Nativi Americani, Indiani d'America).
Clicca sull'immagine per ingrandirla.
Quando gli spagnoli videro per la prima volta i villaggi di questi pacifici agricoltori, li chiamarono "pueblos", dando successivamente questo nome a tutti gli indiani che abitavano la regione. In realtà fu proprio la scoperta dei pueblos ad attirare gli spagnoli nel Sud-ovest degli attuali Stati Uniti: si era infatti sparsa la voce che sette di questi villaggi avevano mura e tetti d'oro. Così, nel 1540, il governatore di Città del Messico spedì il conquistador Francisco Vasquez de Coronado alla ricerca delle mitiche città d'oro. Ma Coronado non trovò che poveri villaggi, come il pueblo di Santa Giara.Gli indiani dei pueblos difesero strenuamente contro gli spagnoli, non l'oro, che non conoscevano neppure, ma le loro terre e, soprattutto, inutilmente, la loro cultura e la loro religione.

4) L'AREA DELLA CULTURA DEL GRAN BACINO
Donna Paiute.
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L'area della cultura del Gran Bacino, come già implica il nome, comprende un bacino enorme di deserto, praticamente tutto l'Utah e il Nevada, parte del Colorado, Wyoming, Idaho, Oregon e California come anche le frange settentrionali dell'Arizona e del Nuovo Messico. Ad eccezione della zona di deserto aperto dell'angolo sud-occidentale, il Gran Bacino è circondato da altipiani. Ad est si trovano i Monti Wasatch e le Montagne Rocciose, a ovest la Sierra Nevada, a sud-ovest l'Altopiano del Colorado e a nord l'Altopiano di Columbia. I fiumi e i torrenti scorrono dagli altopiani fiancheggianti fino alla depressione centrale, senza alcun sbocco nel mare sparendo in "avvallamenti". Siccome le montagne ad est e ad ovest ostacolano le nuvole di pioggia, le precipitazioni sono basse e l'evaporazione alta. Nel periodo post-pleistocenico con i ghiacciai in disgelo, l'area conteneva 68 laghi enormi, tra cui il lago Bonneville e il lago Lahontan. Il Gran Lago Salato, il lago Utah e il lago Sevier sono tutto ciò che rimane del Bonneville; il lago Pyramid, il lago Winnemucca e il lago Walker sono tutto ciò che rimane del lago Lahontan. Vista la geologia unica della regione, queste acque sono particolarmente salate. Inoltre per tutta la regione si possono trovare molti terreni bassi alcalini, residui di vecchie falde freatiche.
La Valle della Morte, situata sotto il livello del mare, rappresenta il punto estremo del Gran Bacino, in quanto raggiunge temperature estive fino a 140° Fahrenheit. A causa dell'aridità di tutto il bacino, la vegetazione è rada: artemisia tridentata, pini e ginepri sono prevalenti. Visto il rigido ambiente, i Nativi del Gran Bacino erano al tempo del Contatto con i bianchi soprattutto raccoglitori che cercavano, scavando, qualunque tipo di cibo: semi, noci, bacche, radici, serpenti, lucertole, insetti e roditori, per cui vengono ricordati come "scavatori". Erano anche cacciatori di conigli, antilopi e uccelli e, su scala minore, pescatori. La loro difficile esistenza consisteva quasi interamente nella ricerca di cibo, acqua, legna da ardere più i materiali occorrenti per i loro utensili e arnesi, in particolare per i cestini.
Tutti i Nativi del Gran Bacino, scarsamente popolato, appartenevano alla stessa famiglia linguistica, l'Uto-Azteco, ad eccezione dei Washo che parlavano un dialetto del ceppo di lingua Hokan. Vista la mancanza di cibo sufficiente, i Nativi indiani viaggiavano per lo più in piccoli nuclei familiari con la minima identità tribale tra di loro e pochi riti sociali. Per certi periodi dell'anno i vari raggruppamenti si univano per cacciare insieme le antilopi, i conigli e le cavallette. I maggiori raggruppamenti di popoli sono i Paiute, gli Ute e gli Shoshoni con varie suddivisioni e discendenti. Intorno ai secoli XVIII e XIX alcuni raggruppamenti praticavano la caccia con cavalli nelle Grandi Pianure.

5) L'AREA DELLA CULTURA DELL'ALTOPIANO (Plateau)
Danzatore Nez Percé.
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L'altopiano del Columbia (Columbia Plateau) ed i suoi fiumi definiscono l'area della cultura dell'Altopiano (o Plateau) che comprende il Washington orientale, l'Idaho settentrionale, il Montana occidentale, il nord-est e il centro dell'Oregon, il sud-est della Columbia Britannica ed una piccola parte della California settentrionale. L'area viene fiancheggiata dalla catena delle Cascate a ovest, dalle Montagne Rocciose ad est, dal deserto del Gran Bacino a sud e dalle terre fredde delle foreste e colline del fiume Fraser a nord. I fiumi più grandi dell'intricata rete idrografica del Plateau e quelli che sfociano nell'Oceano Pacifico sono il Columbia e il Fraser, alimentati da numerosi altri fiumi come il Thompson, l'Okanagan, il Deschutes, l'Umatilla, lo Snake e il Willamette. Per gli abitanti Nativi della zona al momento del Contatto coi bianchi, i fiumi impetuosi offrivano il sostentamento: il salmone come cibo principale, la trota e lo storione. Servivano anche come vie di comunicazione per il commercio. Al di là dei fiumi si estendevano pianure secche e senza alberi con scarsi arbusti di sempreverdi. Per quanto riguarda il cibo vegetale, l'alimentazione principale consisteva in radici selvatiche.
L'area della cultura del Plateau non era così densamente popolata come le aree costiere dell'oceano Pacifico a ovest. Nonostante ciò l'altopiano del Columbia fu abitato da più di due dozzine di tribù distinte che discendevano dalla vecchia cultura cordigliera o erano arrivate più tardi. I villaggi ubicati di solito lungo le rive dei fiumi diventarono le principali unità politiche, con capi reggenti. Vi dominavano due ceppi linguistici. Nelle regioni meridionali dal fiume Columbia fino al Gran Bacino, si parlavano lingue del ceppo penuziano da parte delle tribù dei Klamath, Modoc, Nez Percé, Cayuse, Palouse e Chinook, i cui antenati comuni si stabilirono probabilmente nell'area prima di 6.000 anni a.C. A nord del Columbia fino all'interno del Canada la famiglia linguistica più comune era il Salish (di ceppo incerto) con dialetti parlati dai Coeur d'Alene, dai Flathead, Kalispel, Spokane, Lillooet, Ntylakyapamuk e dagli Shuswap. I loro antenati arrivarono forse intorno al 1500 a.C. in quella regione. Un'eccezione a questo modello dualistico era la lingua isolata del Kutenai della tribù di Kootenay (forse imparentata con gli Algonchini). Inoltre avvenivano incursioni occasionali di raggruppamenti di lingua atapascana e algonchiana dalle aree culturali Subartica e delle Grandi Pianure a nord e ad est.
Più avanti i popoli delle Grandi Pianure influenzarono gli abitanti del Plateau. I Nez Percé, per esempio, insieme ai Cayuse ed ai Palouse, divennero domatori ed allevatori eccellenti di cavalli dopo il Contatto con i bianchi.

6) L'AREA DELLA CULTURA DELLA COSTA DEL NORD-OVEST
Pali totemici: cultura della
costa del Nord Ovest.
(Nativi Nord Americani,
 Indiani d'America).
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L'area della cultura del Nord-Ovest si estende per più di 3.200 km dai confini settentrionali della California all'Alaska e include l'Oregon occidentale, Washington e la Columbia Britannica. La parte più larga di questa striscia di costa si estende per soli 250 km di profondità. Una catena di montagne simile ad una spina dorsale, la percorre per tutta la lunghezza: la Catena delle Cascate negli Stati Uniti e la Catena Costiera nel Canada. Il paesaggio frastagliato del continente digrada d'un tratto verso un labirinto di piccole baie e di isolette e queste ultime sono formate dalle cime delle montagne che si ergono dal mare: tra queste c'è l'isola di Vancouver, le isole Regina Carlotta e l'arcipelago Alessandro. Il clima è temperato, ma umido. La corrente giapponese riscalda l'oceano, questo a sua volta, tempera ed inumidisce i venti dall'ovest, e la barriera delle montagne ostacola le brezze cariche di vapore creando piogge abbondanti intorno a 2.500 mm e più all'anno ed una foresta rigogliosa di sempreverdi. Le acque di fusione dei ghiacciai orientali alimentano numerosi fiumi che scorrono fino al mare.
Totem del Nord Ovest
NordAmericano
(Nativi Americani,
Indiani d'America)
Le tribù nordoccidentali lungo la costa del Pacifico, approssimativamente fra l'Alaska e la California, sono note per i loro lavori in legno eseguiti con scalpello e punteruolo. I loro pali totemici, le canoe altamente decorate e le maschere di medicina, sono diventate famose a livello internazionale. Come la cultura di molti altri Nativi anche la loro è stata popolarmente fraintesa. I pali totemici ad esempio, non sono mai eretti per evocare una riverenza religiosa. Essi rappresentano ciò che è soprannaturale: animali, uomini, mostri totalmente immaginari o composti da parti di animali diversi. Questi non sono ideali religiosi e, comunque, neppure mere decorazioni. Essi riflettono l'orgoglio nella stirpe e sono la rappresentazione degli avi che hanno originato un particolare clan o lignaggio. 
Solo i discendenti dei fondatori di un clan potevano erigere quel determinato emblema. Gli scultori e gli artigiani erano degli specialisti nella tribù ed erano assunti dalla nobiltà che affidava a loro il compito di scolpire un palo totemico che spiegasse il loro lignaggio.
L'abilità di fondere l'immaginazione con la realtà produce la bellezza.
Il totem si legge dal basso verso l’alto: svetta l’emblema del clan di appartenenza della famiglia.
Nel caso di matrimoni fra clan diversi, si apparterrà al clan della donna per la concezione matrilineare della discendenza, ma vi sono alcuni animali-totem che prevalgono su altri, e l’Aquila ne è l’esempio più illustre, poiché rappresenta il Grande Spirito.
Totem e abitazione Ketchikam
(Nativi Americani, Indiani d'America).
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Per gli abitanti indigeni della costa nord-occidentale al tempo del Contatto con i bianchi, i fiumi e le foreste offrivano una quantità di pesce e di selvaggina molto abbondante. Anche senza agricoltura, a prescindere dalla coltivazione di tabacco e di un minimo raccolto di piante selvatiche, i Nativi della costa del Nord-Ovest avevano sufficiente cibo per sostenere una popolazione abbastanza densa. Si dice che il salmone, al centro di tanti miti nord-occidentali, potesse fornire da solo cibo per l'intera popolazione. E con il cibo per il sostentamento a disposizione e con i materiali per fabbricare case spaziose e barche idonee alla navigazione, i Nativi avevano abbastanza tempo per creare una società del benessere, il cui nocciolo era il costume del potlatch: il prestigio e il rango individuali vennero determinati dalla quantità di beni materiali che ognuno poteva sperperare. Anche qui, come avvenne in molte altre aree culturali, il termine tribù è usato per convenienza. I villaggi o a volte gruppi affini (lignaggi o famiglie estese di origine comune) avevano più importanza in quel sistema sociale.
Due maggiori ceppi linguistici erano rappresentati nella costa nord-occidentale: Na-Dene (parlato dai Tlingit, Haida ed Eyak) e Penuziano (parlato dagli Tsimshian, Chinook, Coos, Alsea, Siuslaw e Kalapuya). Le altre famiglie linguistiche presenti erano di ceppo indeterminato: Salishan (parlato dai Salisti della costa, Bella Coola, Chehalis, Clallam, Lumni, Quinault, Tillamook e Comox); Wakashan (parlato dai Bella Bella, Kwakiutl, Nootka, Makah, Haisla e Heiltsuk) e Chimakum (parlato dai Chimakum e Quileute). Questi gruppi linguistici non erano segregati geograficamente. Dal punto di vista culturale le tribù possono essere divise per motivi di studio, nel modo seguente: quelle dell'area settentrionale più fredda, comprese le isole Regina Carlotta; quelle della regione centrale, nelle vicinanze dell'isola di Vancouver e della foce del fiume Columbia; e quelle della regione meridionale che condivide i tratti culturali di tipo californiano con le tribù ivi ubicate. 
Giovani danzatori del
Nord-Ovest con le coperte
rituali  (Nativi Americani,
 Indiani d'America)
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...Sulle coste settentrionali dell'Oceano Pacifico, negli attuali stati di Washington, dell'Oregon e della Columbia britannica, in Canada, vivevano - e vivono ancora - Nativi con caratteri culturali completamente diversi da quelli degli altri antichi abitatori dell'America: non erano guerrieri come gli Aztechi, non erano agricoltori come i Pueblo, non erano cacciatori come gli Irochesi. E non conoscevano neppure la ceramica, attività generalmente considerata tipica di tutte le civiltà progredite. Eppure gli indiani Tlingit, Haida, Kwakiutl, Bellacoola avevano dato vita a quella che è probabilmente la massima espressione culturale degli indiani dell'America settentrionale. Si trattava di una cultura quasi esclusivamente marittima: i villaggi sorgevano sulla costa, e i pesci e le balene costituivano la base non solo dell'economia delle varie tribù, ma di tutta la loro vita materiale e spirituale: come i cereali per i Pueblo, la selvaggina e il granturco per gli Irochesi, il bisonte per gli indiani delle pianure. Anche la loro struttura sociale era molto diversa da quella degli altri indiani dell'America settentrionale, ricordando piuttosto quelle dei popoli dell'America centrale: vi era una netta separazione fra le classi sociali ordinate secondo una rigida gerarchia, e i più ricchi potevano tenere anche degli schiavi. Tuttavia fra le classi sociali vi era un passaggio continuo, perché nel corso di particolari cerimonie chiamate "Potlatch" (Potlac), i ricchi donavano ai poveri tutto quello che possedevano, riducendosi in completa povertà fino al "Potltatch" (Potlac) successivo. (Vedi Potlatch nel post "Elenco tribù, personaggi, eventi e cultura dei Nativi Americani, gli Indiani d'America", clicca QUI).
Nel 1914 venne realizzato un film sul mondo della Nazione Kwakiutl:
Edward Sheriff Curtis.
"In the land of war canoes" (Nella terra delle canoe da guerra). Alcuni fotogrammi di questo film sono attualmente a disposizione su You Tube, visualizzabili cliccando QUI e QUI. Interpretato interamente da nativi Kwakwaka'wakw (Kwakiutl), popoli della regione Queen Charlotte Strait della Costa Centrale della British Columbia in Canada, il film fu scritto e diretto da Edward Sheriff Curtis, il mitico fotografo dei Nativi Americani, che dedicò la propria vita a documentare e ad apprendere le culture native (fu anche Sciamano del Serpente presso gli Hopi), immortalando i Nativi Americani nei loro contesti naturali. Amico di personaggi che passarono alla storia (Toro Lento, Geronimo, Due Lune, Capo Giuseppe ecc.), era conscio che quel mondo rischiava l'estinzione, e fece di tutto per conservarne la memoria. Il Film è ora di proprietà della Milestone Film & Video che ha rimontato l'originale aggiungendo un film del 1979 che descrive la figura di E.S. Curtis e la preparazione del film, riportando video-interviste ai partecipanti dell'operazione e riprese del film del 1914, compreso un Nativo che all'epoca era un giovane attore.

Carta delle Tribù o Nazioni dei Nativi Nord Americani
(gli Indiani d'America) negli USA. Clicca sull'immagine
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7) L'AREA DELLA CULTURA DELLA CALIFORNIA
L'area della cultura Californiana corrisponde all'incirca all'attuale Stato della California oltre alla baia di California nel Messico, ad eccezione della frangia orientale dello Stato. In questa regione i Nativi, al momento del Contatto con i bianchi, dimostravano modi di vivere più tipici del Gran Bacino, del Sud-Ovest e dell'Altopiano del Columbia. Lungo la frangia orientale dell'area culturale della California, la Sierra Nevada e il Golfo di California costituivano delle barriere naturali per modi di vita diversi. A nord comunque nessuna barriera del genere ostacolava l'integrazione tra i popoli, rendendo la linea di divisione tra la California e la costa del Nord-Ovest particolarmente indefinita in relazione ai tratti culturali comuni.
Danzatore Pomo.
Le montagne costiere percorrono tutta la lunghezza dell'area culturale, parallelamente alla Sierra Nevada. Nella Baia di California le montagne corrono lungo il centro della stretta penisola. La quantità delle piogge varia da nord a sud e le zone frastagliate a nord ricevono la maggior quantità, mentre la bassa California e il deserto Mojave la minore. Ci sono molti fiumi della California centrale e settentrionale che confluiscono scorrendo verso la Baia di San Francisco. Nel centro dell'area culturale i fiumi San Joaquin e Sacramento e i loro affluenti formano un bacino naturale, la Gran Valle della California, tra due catene di montagne parallele.
La caratteristica comune di questa terra dalla topografia contrastante che la distingue dalle altre aree culturali intorno, è la copiosa flora e fauna. Per i Nativi il principale cibo era costituito dalle ghiande e da altre piante selvatiche. Altri alimenti base erano il pesce, i crostacei, i cervi ed altra piccola selvaggina. Visti gli ampi mezzi di sostentamento, la regione della California dava da vivere, anche senza agricoltura, alla popolazione più densa a nord dell'America centrale. L'unità sociale basilare era la famiglia, e gruppi di famiglie imparentate formavano i villaggi, in alcuni casi con famiglie satelliti delle vicinanze. Per descrivere il livello di organizzazione sociale oltre il villaggio, viene applicato il termine "tribelet" (piccola tribù). C'era molto isolamento tra le varie "tribelet" con scarso movimento tra di loro una volta che il gruppo si era formato.
Più di 100 dialetti vennero parlati nell'area culturale. In prima linea le lingue del ceppo di Hokan a nord, parlate dagli Shasta, Pomo, Karok, Chumash, Salina e Yana (con qualche espansione verso sud e la maggior parte dei popoli della Baia di California che parlavano lingue Yuman del ceppo di Hokan);
 il ceppo penuziano nella regione centrale, parlato dai Patwin, Miwok, Yokut, Costano, Wintun e Maidu; e lo Shoshoni, una famiglia linguistica del ceppo uto-azteco a sud, parlato dai Tubatulabal e dai Cahuilla. Ma anche le famiglie linguistiche dell'atapascano (Hupa), algonchino (Yurok) e Yuki (Yuki, Wappo) si trovavano nelle regioni settentrionali e al centro-nord. Nei tempi dopo il Contatto con i bianchi, varie tribù della California erano conosciute agli spagnoli quali "indiani delle missioni". Molti portavano anche i nomi di missioni particolari: per esempio Gabrielino, Fernandeno, Juaneno, Cupeno, Serrano e Diegueno. Tutti questi popoli, ad eccezione dei Diegueno che parlavano Yuman, parlavano dialetti Shoshoni ed arrivarono forse tardi in quella regione.

La Sacra Pipa, generalmente con il
fornello in catlinite rossa o ossidiana
(Nativi Americani, Indiani d'America)
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8) AREA DELLA CULTURA DELLE GRANDI PIANURE (Praterie)
Quest'area si estende verso ovest, dalla valle del fiume Mississippi alle Montagne Rocciose, e verso sud, da varie latitudini dagli attuali Manitoba, Saskatchewan ed Alberta, alla parte meridionale del Texas. Questa vasta regione è prevalentemente una specie di prateria senza alberi, con erba lunga nella parte orientale e con precipitazioni annue di 500-1.000 mm, e con erba corta negli altipiani occidentali dove le precipitazioni sono di 250-500 mm. Ci sono alcune zone boscose che interrompono prati, boschi di salici e di pioppi neri americani, lungo le valli dei numerosi fiumi. In alcuni posti tratti geografici distintivi si stagliano sulle praterie e le pianure come i monti Ozark in Missouri, le Colline Nere (Black Hills) nel Dakota del sud e in Wyoming e i Dakota Badlands, zona di altipiani e di colline scoscese ed isolate. In generale però, la regione è nota per la sua uniformità: si estendono per miglia e miglia terreni perfetti da pascolo per i grandi mammiferi pelosi del Nord America, bisonti e bufali.
Capo Nativo Nord
Americano delle
 grandi Pianure
(Nativi Americani,
Indiani d'America)
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L'area della cultura delle Grandi Pianure è unica, in quanto tipico modello di sussistenza e modo di vivere dei Nativi evolutosi molto dopo il Contatto con i bianchi. Il cambiamento fu determinato dall'arrivo del cavallo, importato nel Nord America dall'uomo bianco, dopo che si erano estinti quelli di una specie indigena del dopo-Pleistocene e che permise una vita nuova nelle Grandi Pianure. Con la maggiore mobilità e abilità, le tribù delle vallate dei fiumi, sinora abitanti di villaggi e agricoltori, diventarono cacciatori nomadi andando a caccia del bisonte. Altre tribù invece migrarono verso le Grandi Pianure da altre terre per far parte di quel nuovo modo di vivere. Nel corso del tempo i costumi delle varie tribù si mescolarono e si formò una sola tribù chiamata "Tribù Composta delle Pianure", che basava la sua cultura sul cavallo, sul bisonte e sulla preghiera cerimoniale nel fumare il tabacco (ed eventualmente scorza di salice rosso) nella Sacra Pipa. Per un approfondimento, vedi nell'elenco alfabetico sottostante: "Donna bisonte bianco e il dono della Sacra Pipa".
Caratteristiche di queste culture sono inoltre la produzione di Cattura-sogni, Ruote di Medicina, Scudi di Medicina e cerimonie come inipi, il bagno-preghiera di vapore, la Danza del Sole e tante altre, come la cerimonia per montare un tepee, una tenda sostenuta da pali disposti lungo una circonferenza e uniti insieme in alto.
Non è risaputo cosa avvenne dei cacciatori preistorici della cultura del Plano, ubicata sulle Grandi Pianure. Esiste comunque una teoria secondo la quale gli abitanti che rimasero nelle Pianure, lasciarono la regione nel secolo XIII a causa della siccità e che i loro discendenti o i discendenti di altri popoli, non ritornarono in quella regione prima del secolo XIV. In ogni caso si ritiene che al tempo del contatto con i bianchi, le uniche tribù a non praticare l'agricoltura sulle Grandi Pianure erano i Blackfeet (i Piedi Neri) di lingua algonchina a nord e i Comanche di lingua uto-azteca a sud. La maggior parte delle altre tribù della regione erano abitanti di villaggi ed agricoltori o almeno seminomadi con insediamenti ubicati lungo il fiume Missouri. Quando il suolo era sfruttato in una zona, loro migravano verso nord lungo il fiume in cerca di nuovi luoghi per i loro villaggi. I primi agricoltori includono i Mandan e Hidatsa di lingua Sioux oltre i Caddo, Wichita e Pawnee di lingua Caddo più una stirpe dei Pawnee, gli Arikara.
Blackfoot
(Nativi Americani,
Indiani d'America).
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Altri popoli arrivarono più tardi nella regione, sia per la siccità sia per la pressione dovuta all'espansione della popolazione bianca e soprattutto per trarre profitto dal nuovo modo di vivere reso possibile dall'introduzione del cavallo, di cui si servivano per la caccia al bisonte. Tra loro si annoverano i Gros Ventre, gli Arapaho, i Cheyenne, i Plains Cree e Plains Ojibway, tribù algonchine dal Nord-Est;
gli Assiniboine, i Crow, i Sioux, i Ponca, gli Iowa, gli Omaha, gli Oto, i Kansa, i Missouri, gli Osage e i Quapaw, tribù della stirpe dei Sioux dall'Est;
i Kiowa della stirpe Kiowa-Tano dall'Ovest e i Kiowa-Apache e Sarcee della stirpe atapascana dal Nord-Ovest.
Vista la disparità tra i primi agricoltori delle praterie e i cacciatori successivi degli altipiani, l'area della cultura delle Grandi Pianure viene a volte menzionata in modo tale come se si trattasse di due aree differenti l'una dall'altra.
 ...Le regioni centrali degli Stati Uniti (il grande altopiano erboso che sale dal corso dei fiumi Mississippi-Missouri fino alle prime pendici delle Montagne Rocciose) erano una specie di deserto ai cui margini vivevano piccoli gruppi di Nativi che praticavano forme rudimentali di agricoltura, ma che talvolta osavano attaccare le grandi mandrie di bisonti. Tutto questo cambiò con un processo abbastanza rapido a partire dal 1541, cioè da quando una tribù wichiita, allora stanziata nell'attuale Kansas, incontrò trenta uomini racchiusi in armature di ferro, in groppa a uno strano animale più alto di loro, che procedevano in direzione di un villaggio chiamato Quivira. Erano le avanguardie del conquistatore spagnolo Coronado.
La vista, e in seguito il possesso dei cavalli trasformò per sempre la vita degli indiani delle praterie. Fino a quel momento essi si erano mossi a piedi, trasportando i loro bagagli per mezzo di cani ai quali attaccavano due pali che, dal dorso dell'animale, andavano a strisciare per terra: per questo chiamarono il cavallo "grande cane". Il "grande cane" rese più facile ed emozionante l'inseguimento dei bisonti e liberò i Nativi della prateria dal faticoso lavoro nei miseri campicelli attorno ai villaggi.
Accampamento di tepee dei Piegan agli inizi del 1900.
Foto di E.S. Curtis - Clicca sull'immagine per ingrandirla.
Ma i bisonti si spostavano continuamente in cerca di nuovi pascoli e così, in meno di cento anni, tutte le tribù della regione delle grandi pianure abbandonarono le dimore stabili lungo il corso dei fiumi e divennero nomadi, e ciò ebbe profonde ripercussioni anche sul loro modo di pensare. I pacifici agricoltori di un tempo si trasformarono in orgogliosi guerrieri, selvaggi e crudeli in battaglia quanto rispettosi di un rigido codice cavalleresco, mentre le antiche tribù si frazionavano in bande armate agli ordini degli uomini più valorosi. Le divinità tradizionali vennero sostituite dal culto del bisonte, il grande animale dal quale dipendeva la sopravvivenza. E furono proprio la mobilità e bellicosità, e la struttura sociale dispersa, che permisero ai Nativi delle praterie di opporre ai bianchi una disperata resistenza che si protrasse fino ai primi anni del 1900.

9) L'AREA DELLA CULTURA DEL SUBARTICO
Dipinto con raffigurato un accampamento di Ojibwa
e Ottawa. Clicca sull'immagine per ingrandirla.
L'area della cultura Subartica si estende attraverso l'intero continente nordamericano, dalla Baia di Cook alla costa dell'oceano Pacifico al Golfo del S. Lorenzo a Terranova e all'oceano Atlantico. A nord confina con la Baia di Hudson e a sud tocca la riva settentrionale del Lago Superiore. Tutto sommato, la zona subartica copre la maggior parte del Canada come anche l'interno dell'Alaska. La foresta nordica, per lo più pinastri, abeti rossi e conifere con sporadici pioppi tremuli, salici e betulle, riempie un vasto tratto di quell'immensa regione, aprendosi ai limiti settentrionali verso la tundra artica con scarsa vegetazione e senza alberi. Data l'estensione della foresta nordica sempreverde, un nome più adatto e cioè più descrittivo sarebbe stato quello di "area della Cultura Boreale" (riguardo al termine nordico) o di "area della cultura Taigà" (per i tipi di foresta). Oltre alle foreste di conifere, l'area subartica contiene anche una grande quantità di laghi, stagni, paludi, fiumi e torrenti. I più importanti di quei laghi sono, da est a ovest, il Gran Lago degli Orsi, il Gran Lago degli Schiavi, il lago Athabaska, il lago Winnipegosis, il lago Winnipeg, il lago Nipigon e il lago Mistassini. Tra i fiumi più grandi si annovera lo Yukon, il Mackenzie, il Peace, il Saskatchewan, il Red River del nord e La Grande. Alcune montagne piatte od ondulate si alzano al di sopra delle foreste e delle paludi. A ovest i bassopiani del Mackenzie cedono alla catena delle Montagne Rocciose che a sua volta lascia il passo allo Yukon Plateau e all'Altopiano della Columbia Britannica.
Giovane Ojibwa.
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Una gran parte della regione centrale subartica è costituita dal massiccio geologico e dal blocco crostale noto come Scudo Laurenziano o Canadese. I pochi e dispersi popoli della zona subartica dovevano far fronte ad inverni lunghi, rigidi e nevosi e ad estati troppo brevi, in cui venivano infestati da nuvole di zanzare e di mosche nere. Un gran numero di quei popoli indigeni erano nomadi che andavano a caccia, a pesca e a raccogliere foraggi, formando piccoli nuclei uniti dal rispettivo dialetto e da relazioni di parentela. Per molti di quei raggruppamenti la vita ruotava intorno alle migrazioni stagionali del caribù tra la tundra e la taigà. La selvaggina grossa comprendeva inoltre alci, buoi muschiati e cervi e, in latitudini più meridionali, il bisonte; la selvaggina piccola comprendeva il castoro, il visone, la lepre, la lontra e il porcospino. Per conservare il loro cibo derivante dalla caccia, gli indiani ne facevano pemmican, asciugando e mescolando la carne coi grassi. Le pelli dei mammiferi erano apprezzate per il calore che davano al corpo così come la carne serviva al loro sostentamento. Il pesce e gli uccelli contribuivano al nutrimento necessario. A est la corteccia delle betulle era un materiale particolarmente apprezzato per farne barche, recipienti da cucina e contenitori.
I popoli subartici possono essere divisi in due gruppi linguistici: gli Atapascani a ovest e gli Algonchini a est, con il fiume Churchill, e a sud-ovest fino alla Baia di Hudson, come linea di divisione. I Beothuk di Terranova, originariamente considerati come facenti parte dell'area culturale di Nord-Est, sono l'unica eccezione, in quanto parlavano un linguaggio isolato noto come Beothuk. In termini culturali, i gruppi tribali possono essere studiati e classificati come segue: gli Atapascani dell'estremo Ovest che vivevano nelle vicinanze degli Inuit (Eschimesi) e venivano influenzati da loro (i Koyukon, i Kutchin, gli Ingalik, i Tanana, i Tanaina, gli Ahtena e i Nabesna); gli Atapascani che vivevano lungo le colline pedemontane delle Montagne Rocciose orientali (i Tahltan, i Tutchone, i Tsetaut, i Moun-tain, i Sekani, i Carrier, i Chilcotin e i Tagish); gli Atapascani che vivevano nei pressi dei Grandi Laghi degli Schiavi e degli Orsi (gli Mare, i Kaska, i Dogrib, gli Slave, i Beaver, gli Yellowknife e i Chipewyan); gli Algonchini orientali (i Mistassini Cree, i Tete de Boule Cree, i Montagnais, i Naskapi e gli Ojibway settentrionali).

Cartina delle Tribù, o Nazioni, dei Nativi Nord Americani
(gli Indiani d'America) in Canada, USA e Messico.
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10) L'AREA DELLA CULTURA DELL'ARTICO
L'area della cultura Artica si estende per più di 8.000 km dalla Siberia orientale attraverso le distese settentrionali dell'Alaska e del Canada fino alla Groenlandia. La sua linea costiera aspra e le
isole rocciose confinano con tre oceani, Pacifico, Artico e Atlantico. Situato al di là del limite settentrionale della vegetazione arborea e con alcuni territori che sono all'interno del circolo polare artico, quell'ambiente estremo noto come tundra ha poca vegetazione oltre i muschi, i licheni e gli arbusti. Pochi monti si alzano al di sopra delle pianure ondulate della tundra, se non quelli delle propaggini settentrionali delle Montagne Rocciose. Freddo e ghiaccio sono sinonimi di "artico". Gli inverni sono lunghi e rigidi con poche ore giornaliere di luce.
Famiglia Inuit nell'igloo.
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Nelle latitudini a nord del circolo polare artico il sole rimane sotto l'orizzonte in inverno e, per contro, in certi giorni della breve estate non scompare mai sotto l'orizzonte, il Mare Glaciale Artico si copre di ghiaccio in inverno e poi, sciogliendosi durante il breve disgelo d'estate, si trasforma in blocchi alla deriva. Sulla terraferma il sottosuolo rimane gelato tutto l'anno in uno strato di ghiaccio permanente e l'acqua sulla superficie non ha scarico, formando laghi e stagni insieme con fango e neve. Ci sono precipitazioni minori nelle zone artiche che nelle latitudini più a sud. Comunque, siccome ci sono pochi frangivento naturali, venti che sono vere e proprie tempeste, sollevano la neve della superficie creando bufere e cumuli di neve enormi. I popoli che si stabilirono nelle regioni settentrionali del Nord America arrivarono assai tardi dalla Siberia nel continente asiatico, e cioè intorno al 3.000 a.C., non attraversarono l'istmo dello stretto di Bering come i paleo-Nativi Americani prima di loro, ma giunsero in barche di pelli o di legno o forse attraversando i banchi di ghiaccio galleggianti.
Madre Inuit.
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Storicamente sono noti come Eschimesi ed Aleut, ma i discendenti moderni dei primi Eschimesi preferiscono invece il termine "Inuit" che significa "la gente" piuttosto che Eschimesi, che in lingua algonchina vuol dire "mangiatori di carne cruda".
Erano di una razza diversa da quella degli altri indigeni americani, di solito di statura più bassa e più larghi, e di faccia tonda con pelle più chiara e con la piega epicantica dell'occhio, tipica dei popoli asiatici.
Madre Inuit.
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Gli Inuit e gli Aleut si adattarono assai bene all'aspro ambiente artico praticando la caccia come mezzo principale di sussistenza, specie ai mammiferi marini e ai caribù, ed integrando il nutrimento con la pesca. Quello che rimaneva della loro caccia e pesca e non serviva come cibo, veniva usato per farne vestiti, case, slitte, barche, utensili, armi, oggetti cerimoniali ed anche combustibile da riscaldamento o per cucinare. Il legno che era estremamente raro nelle zone artiche e solitamente trovato come legname galleggiante trascinato dalle correnti, era una merce altamente apprezzata. Il cane, usato per tirare la slitta, fiutare le foche al di sotto del ghiaccio ed inseguire la selvaggina, era un alleato prezioso.
Arte Inuit.
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Oltre all'uniformità della loro cultura i popoli artici rivelarono la stessa cosa riguardo la loro lingua. C'è una sola famiglia linguistica ben definita: l'Aleut-Eschimese (chiamato anche Eskimaleut o Eskaleut), che viene considerata una parte del ceppo artico americano-paleosiberiano. Per facilitare lo studio, si possono dividere gli Inuit e gli Aleut al tempo del Contatto con i bianchi, in quattro gruppi culturali:
1 ) gli Aleut ubicati lungo la catena delle isole Aleutine al largo dell'Alaska, con gli Atka Aleut a est e gli Unalaska Aleut a ovest;
2 ) gli Eschimesi dell'Alaska, compresi gli Eschimesi dell'Alaska settentrionale, occidentale e meridionale e quelli dell'isola S. Lorenzo insieme agli Yuit della Siberia ed agli Eschimesi del Mackenzie e dello Yukon;
3 ) gli Eschimesi del centro che includono i Netsilik, gli Iglulik, i Caribù Eschimesi, i Copper Eschimesi, i Southampton Eschimesi, gli Eschimesi della Terra di Baffin e del Labrador;
4 ) gli Eschimesi della Groenlandia che includono quelli della parte orientale e di quella occidentale e gli Eschimesi polari.
Cacciatori di balene Inuit.
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In termini culturali, erano gli eschimesi del centro a dimostrare il tipico stile di vita eschimese: igloo, kayak, slitte e cani da slitta. I Caribù Eschimesi della regione, comunque, erano un popolo della terraferma che inseguiva gli animali da cui aveva preso il nome e pescava nei laghi dell'interno. Altri popoli migravano stagionalmente per trarre profitto da quello che offrivano sia la costa sia i tenitori interni. I Copper Eschimesi (gli Eschimesi del rame) erano unici, in quanto usavano il rame trovato in quantità sulla superficie del loro territorio per fare utensili. Gli Eschimesi dell'Alaska meridionale avevano contatti estesi con diversi popoli Nativi e adottavano certi loro costumi. In aree boschive vivevano in case di legno, erette sopra il suolo, altri ancora abitavano in case semi-interrate, fatte di legno e di zolle erbose. Gli Eschimesi della Groenlandia vivevano in case di pietra e di zolle erbose con finestre chiuse con budella. Gli Aleut avevano spesso contatti con gli indiani della costa del Nord-Ovest che come gli Eschimesi, usavano i kayak ed andavano a cacciare i mammiferi marini, anche se alcuni gruppi dipendevano dal salmone e dagli uccelli per il loro sostentamento. Gli Aleut vivevano in caverne fatte di cumuli di terra e ricoperte di legno.

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